Che cos’è l’EMDR?

Eye Movement Desensitization and Reprocessing (E.M.D.R.) è un trattamento psicoterapeutico per combattere i sintomi e il disagio emotivo collegati ad esperienze di vita stressanti e
traumatiche.
L’EMDR si fonda su un modello teorico che vede le esperienze traumatiche o altamente stressanti siano archiviate come ricordi in modo disfunzionale. Questo proprio per via della ricaduta emotiva che hanno avuto sull’individuo.
Dopo un trattamento EMDR si riscontra un cambiamento che è il risultato dell’ elaborazione di queste esperienze e consente una risoluzione adattiva.

L’EMDR è stata sviluppata nel 1990 da Francine Shapiro

EMDR per il disturbo da stress post-traumatico (DSPT)

Il disturbo da stress post-traumatico (DSPT) può svilupparsi dopo l’esposizione del soggetto ad un evento traumatico nel quale la persona ha vissuto, ha assistito, o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri
La risposte possono essere: paura intensa, sentimenti di impotenza, orrore.
Come riportato dal DSM-V l’evento traumatico viene rivissuto ripetutamente in diverse maniere, il soggetto mette in atto condotte evitanti degli stimoli associati con il trauma. Ci sono anche alterazioni negative dell’umore o delle cognizioni, sintomi di aumento dell’arousal ed un’attenuazione della reattività generale.
Dopo un evento stressante c’è un’interruzione del normale modo di processare l’informazione da parte del nostro cervello. Per questo motivo c’è il fallimento nel creare una memoria coerente dell’esperienza. Questo vuol dire che tutti gli aspetti di memoria, pensiero, sensazioni fisiche ed emotive dell’evento traumatico non riescono ad essere integrati tra loro e con altre esperienze. La patologia in innesca quindi per via del disfunzionale immagazzinamento delle informazioni legate all’evento traumatico, con il conseguente disequilibrio eccitatorio/inibitorio necessario per l’elaborazione dell’informazione.
L’informazione viene congelata nella sua forma ansiogena originale, nella stessa maniera in cui è stata vissuta, rimane quindi racchiusa nelle reti neurali senza poter essere elaborata e restando quindi disturbante per la persona.
I movimenti oculari saccadici e ritmici tipici della terapia EMDR, insieme con l’individuazione dell’immagine traumatica, delle convinzioni negative ad essa legate e del disagio emotivo, promuovono la rielaborazione dell’informazione, fino alla risoluzione dei condizionamenti emotivi. L’esperienza è quindi usata in modo costruttivo dalla persona, venendo integrata in uno schema cognitivo ed emotivo non negativo.
La tecnica EMDR segue la teoria del processamento dell’informazione e si rivolge alle memorie disturbanti individuali ed ai significati personali dell’evento traumatico e delle sue conseguenze, attivando la rete dei ricordi. Si procede tramite catene di associazioni, collegate con stati che condividono gli elementi sensoriali, cognitivi o emotivi del trauma. L’EMDR è una procedura estremamente complessa: può quindi essere condotta solo da psicoterapeuti che abbiano alle spalle un training specifico
La tecnica, che lavora sui traumi, può rivolgersi a due tipi di essi. Si parla di traumi con la T maiuscola per indicare eventi di vita che hanno coinvolto la persona in modo violento come incidenti, lutti, disastri naturali (terremoti, inondazioni ecc.) e di traumi con la t minuscola per riferirsi a traumi relazionali, cioè la quotidiana e ripetuta esposizione a figure di attaccamento disfunzionali e a contesti familiari patologici, che provoca traumi emozionali.
Inoltre, la psicoterapia EMDR è considerato il trattamento di elezione per affrontare una
situazione traumatica.

La sua efficacia è stata dimostrata anche in casi di:

  • Disturbi d’ansia
  • Disturbi alimentari
  • Bullismo
  • Violenza domestica
  • Aborto
  •  utto

L’EMDR in pratica

All’inizio della seduta con EMDR è necessario individuare un target, cioè un ricordo disturbante, collegato soprattutto al problema che porta il paziente in quel momento. Si procede in senso cronologico partendo dai ricordi disturbanti del passato, procedendo con quelli del presente.
Una volta individuato il ricordo da cui partire, si chiede di individuare l’immagine peggiore dell’evento.
Si procede con l’individuazione della cognizione negativa che la persona ha sviluppato su di sé in relazione a tale ricordo.
Le cognizioni negative maggiormente riportate dai pazienti sono: non valgo, sono sbagliato, sono incapace, sono cattivo, non vado bene. Identificare una corretta cognizione negativa legata al momento presente è fondamentale in quanto l’EMDR trasforma solo il materiale realmente inadeguato e disfunzionale.

La cognizione negativa, dunque, deve riferirsi a sé stessi ed essere sostenuta nel presente.
A questo punto, viene identificata la cognizione positiva, ossia ciò che alla persona piacerebbe pensare di sé stessa ripensando a quell’evento. Identificare una cognizione positiva significa definire una visione alternativa del trauma e rafforzare il proprio sé.
Vengono successivamente individuate le emozioni provate nel presente in relazione al ricordo dell’evento traumatico. L’intensità delle emozioni viene valutata all’inizio e continuamente monitorata durante tutto il processo di desensibilizzazione.
Al paziente viene inoltre richiesto di portare l’attenzione sulle sensazioni fisiche durante le stimolazioni. Ci possono essere infatti memorie corporee dell’evento traumatico o esperienza traumatica.
Dopo aver definito i precedenti elementi in relazione al ricordo traumatico, si procede con i movimenti oculari, la cui distanza, velocità e direzione vengono adeguate al paziente. Si possono utilizzare anche altre modalità di stimolazione bilaterale che sono allo stesso modo efficaci e possono inoltre essere utilizzate nella terapia online o senza una distanza ravvicinata al paziente. Dopo ogni set, si chiede al paziente un feedback per valutare le nuove informazioni, pensieri, immagini o emozioni che sono insorti durante la rielaborazione.