Percorsi di psicoterapia ipnotica nella sindrome del colon irritabile

La sindrome del colon irritabile (Irritable Bowel Syndrome, IBS) è un disturbo molto frequente nei contesti sanitari e nella popolazione in generale. Come psicoterapeuta, un elevato numero di pazienti da me trattati presenta questa problematica. Spesso essi arrivano alla consulenza riportando questo come uno tra i tanti sintomi da somatizzazione. Altre volte, ma più raramente, non collegano aspetti psicologici ad una problematica che sostengono essere di natura squisitamente organica, pur ammettendo un aumento della sintomatologia in periodi di stress.

 

La sindrome del colon irritabile è stata definita un disturbo gastrointestinale funzionale in cui non sembra identificabile nessuna anormalità a livello fisico, radiologico o di altri esami di laboratorio. Si parla di sindrome per caratterizzare una patologia multifattoriale e dal quadro sintomatico molto vario.

I pazienti lamentano episodi di dolore addominale, non localizzato ma diffuso, che insorge in relazione temporale con una o più evacuazioni di feci poltacee o acquose; nella metà dei casi questo disturbo si accompagna alla dispepsia. In altri invece il dolore si associa alla stipsi, oppure ad un’alternanza di stipsi e diarrea, mentre il dolore regredisce con l’evacuazione o flatulenza.

I criteri di Roma escludono da questa diagnosi i pazienti con stitichezza cronica e quelli con diarrea priva di dolore. Il 50% dei pazienti riferisce che gli episodi sono scatenati o esacerbati da periodi di stress (difficoltà nel lavoro, familiari, economiche…).

Si sono ipotizzate diverse cause eziologiche, quali:

Intolleranze o allergie alimentari: gli studi con diete di esclusione le hanno indicate come uno dei possibili fattori (33-66% dei casi): tuttavia le evidenze che l’intestino adulto sia sensibile ad alcuni cibi sono scarse e inoltre c’è una notevole sproporzione tra sintomi e grado di deficit;

Alterazioni motorie: non sono state osservate in modo univoco né sono sufficienti a spiegare tutti i sintomi;

Ipersensibilità-iperalgesia viscerale: i pazienti percepiscono dolore durante la distensione addominale (ma anche esofagea) a volumi e pressioni inferiori dei soggetti di controllo e studi di PET hanno avvalorato tale ipotesi, mostrando nei soggetti con SII (sindrome dell’intestino irritabile) un’ iperattivazione della corteccia frontale responsabile dello stato di vigilanza e dell’ansia ed un’incapacità di attivare il centro della regione del cingolo, collegato al sistema di inibizione del dolore: gli stimoli nocicettivi, invece di essere elaborati e modulati, sarebbero amplificati ed associati ad ansia. Anche questa non è da considerarsi una caratteristica discriminante;

Infiammazione e infezione: in alcuni pazienti con SII la sintomatologia è iniziata con un episodio acuto di origine batterica, i cui esiti possono aver lasciato una cronica iperalgesia. Le alterazioni riscontrate però sono aspecifiche, i reperti di laboratorio sui batteri sono incostanti e il loro ruolo non è chiaro. Inoltre si è riscontrato che i fattori predittivi dell’episodio acuto sono, oltre al sesso (donna), la presenza di ansia o di altri disturbi psicologici e la presenza di eventi avversi nei sei mesi precedenti l’episodio acuto;

→  Fattori psicologici: la presenza di psicopatologia non rientra fra i criteri della sindrome del colon irritabile. Nonostante questo numerosi sintomi psicologici sono associati a questo disturbo. Pica (2010) scrive: “Almeno la metà dei pazienti con sindrome del colon irritabile possono essere descritti come depressi, ansiosi, ipocondriaci. La natura polisintomatica suggerisce che ipocondria e somatizzazione possono giocare un ruolo in alcuni pazienti. Anche l’efficacia degli antidepressivi e la risposta alla terapia con ansiolitici o altri trattamenti psicologici potrebbe spiegare una importante componente psichica nella sindrome del colon irritabile. I sintomi dello spettro ansioso e depressivo potrebbero aggravare l’entità dei sintomi e potrebbero compromettere la capacità di affrontarli”.


Oltre alla terapia psicologica farmacologica può essere utile strutturare un trattamento di tipo psicologico nella cura della sindrome da Colon Irritabile. Lo scopo può essere di ridurre lo stato di ansia e depressione, la percezione di dolore/gonfiore, soprattutto di aumentare la capacità di tollerare ed affrontare i sintomi. Una riduzione del dolore e del meteorismo può essere ottenuta sia con semplici tecniche di rilassamento, sia con psicoterapie quali la cognitivo-comportamentale, la psicoterapia dinamica, la ipnosi-terapia.
Per quanto riguarda l’ipnosi il trattamento della sindrome dell’intestino irritabile non è standard, come qualunque trattamento effettuato con l’ipnosi, ma deve essere adattato al singolo individuo in base alle sue caratteristiche personali. Anche la durata del trattamento non è fissa. Per alcuni occorrono poche sedute, 4-5, per altri si può andare oltre. Anche nel caso della Sindrome del Colon Irritabile, l’impegno del paziente gioca un ruolo rilevante che è direttamente correlato al successo dell’ipnosi.
La tecnica ipnoterapica Gut Directed utilizza le qualità terapeutiche tipiche dell’ ipnoterapia come il rilassamento profondo, aggiungendo a questo trattamenti e suggerimenti gut-specifici, come il porre le mani sulla pancia del paziente.
Ad esempio è possibile che venga chiesto al paziente di indurre calore all’addome utilizzando le mani e immaginare che dal calore emesso dalle mani poste sull’addome si possa raggiungere una totale guarigione. Inoltre potrebbe essere chiesto di immaginare/visualizzare un sistema digestivo completamente funzionante; tutto ciò permette di dirigere il soggetto verso il controllo e la normalizzazione della funzione intestinale attraverso la suggestione.
Il percorso prevede preliminare somministrazione di una batteria di test, per indagare le componenti psicologiche ed emotive del problema. Il paziente verrà sottoposto ad una serie di sedute di ipnosi con il metodo gut-directed. Il lavoro sarà continuato a casa dal paziente con autoipnosi.

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